Alberto Sermoneta, rabbino |
Questo Sabato, inizieremo a leggere il terzo libro della Torah: Vaikrà, chiamato “Torat Ha Cohanim” (la legge dei Sacerdoti) o “Torat ha Korbanot” (la legge dei Sacrifici).
In esso vengono contenute tutte le regole riguardanti la vita ed il comportamento dei Cohanim durante il loro servizio.
Nel libro sono inoltre descritti anche tutti i sacrifici che ogni ebreo doveva offrire nel corso della propria vita, siano essi fissi che occasionali, sempre attraverso i cohanim. |
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC |
La strage di questa notte nelle due moschee di Christchurch rappresenta un passaggio politico grave e cruciale. Si tratta di un’azione terroristica organizzata, coordinata e condotta con tecnica militare matura. Oltre alle decine di vittime innocenti di fede musulmana, che a mio giudizio devono essere piante e commemorate in tutti i luoghi di culto del mondo, questa azione ha assassinato per sempre l’illusione che la retorica suprematista, xenofoba e razzista che leggiamo sui social media quotidianamente e che ci illudiamo di tenere sotto controllo sia solo un puro esercizio retorico. Il cosiddetto “hate speech”, per combattere il quale la stessa Unione Europea sta investendo risorse in progetti educativi, è una vera e propria piattaforma politica che connette in una rete globale estremisti irriducibili. Il passaggio dalla realtà virtuale dei social alle armi e al sangue reale delle moschee della Nuova Zelanda dice a tutti noi che la contrapposizione non è più limitata alla polemica politica. |
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Gaza, razzi contro Tel Aviv
Israele risponde |
Per la prima volta dal conflitto del 2014, da Gaza sono stati lanciati ieri sera due razzi contro Tel Aviv. Uno dei due razzi è stato intercettato dal sistema Iron Dome mentre l’altro è andato a schiantarsi in una zona disabitata e per questo è stato lasciato passare dalle difese anti-aeree. Alcune persone sono state ricoverate per lo choc, sottolinea La Stampa. Non ci sono state rivendicazioni rispetto all’attacco ma Israele ritiene il movimento terroristico di Hamas responsabile per ogni aggressione (La Stampa scrive che potrebbe essere stato il movimento della Jihad islamica). Per questo, nella notte l’esercito israeliano ha colpito oltre 100 obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza. “L’inviato del Qatar che ha portato di nuovo aiuti economici con il permesso di Israele è ancora dentro i confini di Gaza, e così anche un gruppo di mediatori egiziani, tutti interessati a una situazione di calma”, scrive il Giornale. La delegazione egiziana è uscita dai confini della Striscia ma, riportano i quotidiani israeliani, è ancora impegnata a riportare la calma nell’enclave palestinese. Intanto le sirene antimissile sono scattate tre volte durante la notte nelle comunità israeliane vicino Gaza e una volta questa mattina mattina, con i palestinesi che hanno sparato nove razzi contro Israele.
Nuova Zelanda, terrorismo contro due moschee. Ci sono almeno 40 morti e 27 feriti per un attentato in due moschee di Christchurch, città della Nuova Zelanda: gli attentatori sono almeno due e quattro persone, tra cui una donna, sono state arrestate. Il bilancio è stato confermato dalla prima ministra neozelandese Jacinda Ardern, che ha parlato di “attentato terroristico” e ha detto che è “uno dei giorni più bui” nella storia della Nuova Zelanda (Corriere, Repubblica).
Milano, nel nome dei Giusti. Istvan Bibò, Simone Veil, Wangari Maathai e Denis Mukwege sono le quattro nuove personalità a cui è stata dedicata una targa al Giardino dei Giusti di Milano, durante una cerimonia tenutasi ieri al Monte Stella (Giorno Milano). Sulle sue pagine milanesi, Repubblica sottolinea la presenza di 600 studenti ma anche l’assenza di rappresentanti del governo. “In platea ci sono quattro ex sindaci, ‘a dimostrazione che il sostegno al Giardino va oltre la politica’ sottolinea il presidente di Gariwo, Gabriele Nissim, rilevando invece l’assenza di governo e Parlamento: ‘II ministro Bonisoli aveva promesso di partecipare ma non c’è. Ho scritto al presidente della Camera, Roberto Fico, ma non ho avuto risposta’”. |
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DOPO L’ATTENTATO IN NUOVA ZELANDA
„Vicini alla comunità islamica”
La solidarietà del mondo ebraico
Solidarietà da parte di tutto il mondo ebraico internazionale alla comunità islamica per il doppio attacco terroristico che ha colpito due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda. 49 le vittime dell’attentato legato agli ambienti del suprematismo bianco. “Quello che è successo a Christchurch è un atto straordinario di violenza senza precedenti. Un atto per cui non c’è posto in Nuova Zelanda. Molte delle persone colpite sono membri delle nostre comunità di migranti – la Nuova Zelanda è la loro casa – Loro siamo noi”, le parole della prima ministra neozelandese Jacinda Ardern (nell’immagine). Tre uomini e una donna sono stati arrestati. “Il New Zealand Jewish Council non ha parole adeguate per descrivere quanto siamo disgustati e devastati dagli attacchi coordinati alle moschee di Christchurch di oggi – ha dichiarato il Presidente della Comunità ebraica neozelandese Stephen Goodman – Offriamo la nostra piena assistenza e sostegno alla comunità musulmana e ci uniamo ad essa contro il flagello del terrorismo e del razzismo, che dobbiamo fare tutto il possibile per bandire dalla Nuova Zelanda”. Messaggi di solidarietà e di impegno per combattere insieme ogni forma di intolleranza religiosa sono stati espressi da molte voci di primo piano dell’ebraismo internazionale.
“Dobbiamo raddoppiare gli sforzi per combattere l’odio e la divisione nelle nostre società, qualsiasi sia la provenienza”, le dichiarazioni del Presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder. Una presa di posizione condivisa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: in un messaggio della Presidente UCEI Noemi Di Segni ai vertici del mondo islamico italiano, è stata infatti ribadita la solidarietà dell’ebraismo italiano in questo momento di dolore e la sfida comune contro ogni forma di odio e intolleranza. “Gli ebrei italiani vogliono esprimere piena vicinanza in questo doloroso e sconvolgente giorno alle Comunità islamiche italiane e di tutto il mondo. – si legge nella nota – Alle vittime, ai sopravvissuti e loro famiglie le nostre preghiere. L’attacco alle due moschee in Nuova Zelanda è la drammatica dimostrazione che le parole d’odio e le espressioni nostalgiche di estremismi non hanno confini e possono trasformarsi ovunque in efferata violenza. Quando un luogo di culto, che sia una moschea, una chiesa o una sinagoga, viene colpito è l’intera società civile ad essere in pericolo. Le comunità ebraiche continueranno a levare la propria voce per difendere la libertà di culto di tutti i fedeli e a lottare assieme a tutti coloro che credono nella convivenza, per sradicare ogni forma di razzismo”.
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QUI MILANO – LA CERIMONIA A PALAZZO MARINO
„Giusti, nel buio dell’umanità
c’è sempre un esempio di luce”
“’Quando i giusti vengono al mondo, il bene pure viene nel mondo e la sventura ne è scacciata, ma quando i giusti se ne vanno dal mondo, la sventura ritorna nel mondo e il bene ne è scacciato’. è scritto nel Talmud. Questa tradizione ci insegna che anche nell’abisso più buio e anche nella condizione storica più disperata, c’è sempre un barlume di giustizia ed un esempio di umanità al quale possiamo aggrapparci”. A ricordarlo, il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara in occasione della consegna, a Milano, delle pergamene per i Giusti onorati nel Giardino virtuale del Monte Stella. Dieci i nuovi nomi onorati con il conferimento delle pergamene durante la cerimonia curata dall’associazione Gariwo a Palazzo Marino, che ha visto la partecipazione, a fianco di Mortara, del presidente del Consiglio comunale di Milano Lamberto Bertolé, e di Pietro Kuciukian, cofondatore di Gariwo e Console onorario d’Armenia.
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Diritti e discriminazioni |
In molte società antiche si riteneva che il diritto di prendere decisioni sulle questioni importanti non dovesse appartenere a tutti ma solo ad alcune categorie di individui ritenuti migliori degli altri. Si è mai vista una cultura in cui consapevolmente e sistematicamente da millenni a questa parte si riserva il diritto di decidere a coloro che invece sono ritenuti peggiori? Può sembrare un paradosso, eppure ne esistono molte, e la cultura ebraica è certamente una di queste. Mi riferisco, naturalmente, alla distinzione tra uomini e donne: da una parte si afferma spesso e volentieri che le donne sono più sagge, più intelligenti, più equilibrate, più pacifiche, ecc.; dall’altra le donne sono sistematicamente escluse dalle stanze del potere.
Anna Segre, insegnante
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